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Archive for Maggio 2011

Nei giorni scorsi Alec J. Ross, consulente speciale per l’innovazione del Segretario di Stato USA Hillary Clinton, in visita in Italia, ha chiesto di incontrare a Bologna alcuni rappresentanti della web community del territorio: blogger, esponenti dei social networks, dell’Università, esperti in comunicazione e ICT della regione.

In rappresentanza di ModenaIN ho partecipato all’incontro, che si è rivelato immediatamente molto interessante: non solo per i contenuti, ma anche per l’opportunità di scambiare opinioni attorno ad un tavolo direttamente con un funzionario del governo statunitense.

Alec Ross era accompagnato dal professor Roberto Grandi dell’Università di Bologna, Dipartimento di Comunicazione, e da Fleur Cowan, funzionaria dell’ambasciata USA. L’organizzatore Michele D’Alena ha aperto la tavola rotonda e ha introdotto i partecipanti, poi la conversazione si è svolta in un clima informale, con scambio di practices nell’utilizzo del web, e uno speciale riguardo al cambiamento della relazione tra cittadini e amministrazione pubblica attraverso le nuove tecnologie.

Da parte di Alec J.Ross non sono mancati riferimenti alla forza propulsiva impressa dalla Clinton ai collaboratori: li incita a fare, e ad imparare facendo, lasciando che si scusino poi per eventuali imprecisioni. Ciò è comunque meglio che chiedere continuamente il permesso di fare qualcosa, perdendo così tempo prezioso e de-responsabilizzando se stessi. “Commission is better than omission”; e quando si incontrano ostacoli, va raddoppiato il proprio impegno. Dopotutto il diagramma del progresso non è certo una linea retta crescente, ma un percorso a gradini, con picchi e discese, ciò che conta è il trend di crescita. Fin dalla campagna elettorale, B.Obama ha abituato il suo entourage, di cui Alec Ross ha fatto parte, a sentirsi “a proprio agio con la discontinuità”.

Sandra Lotti, coordinatrice del centro competenze e-gov della Regione Emilia Romagna, ha parlato di open data: ci sono molti dati a livello regionale che non vengono sufficientemente utilizzati e che invece se messi a disposizione della cittadinanza e delle imprese potrebbero far nascere progetti utili.

Secondo Ross, dare e pretendere il massimo della trasparenza, che è una linea guida del nuovo governo Usa (www.whitehouse.gov/open ), non significa comunque legittimare l’operato di Wikileaks, che ha pubblicato dati sottratti in modo illegale. E qui si sarebbe potuto aprire un dibattito, che invece è stato evitato dai presenti.

Alberto Cottica, Project Leader al Dipartimento per la politica di sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico, segnala tra le altre cose PDF Europe (http://personaldemocracy.com/europe ), un sito in inglese a più voci, nel quale però sono pochi gli italiani che intervengono: ritiene che in Italia sul web si debba essere meno autoreferenziali, più aperti verso l’internazionalizzazione.

Ross continua portando best practice di processo di innovazione, sostenendo che il solo percorso tradizionale top down delle amministrazioni per definire e sviluppare nuovi progetti oggi non è più sufficiente, anche perché è troppo lento. La gara di idee risulta invece essere il mezzo ottimale, perché è più veloce e fa emergere il meglio della creatività e delle intelligenze sulla piazza. Il progetto che risulta vincitore del contest va poi raffinato e meglio contestualizzato, ma è più semplice lavorare su una bozza già individuata e condivisa. Nel governo di B.Obama si è utilizzato lo stesso procedimento: nel primo anno di presidenza il lavoro maggiore dello staff è stato la messa a punto delle proposte del programma elettorale, proposte che erano state scelte durante la campagna elettorale tra quelle pervenute dai sostenitori.

In questo senso anche il nostro Urban Creativity Contest è stata una gara di idee tra i cittadini per un fine di utilità pubblica: la rivalutazione dei centri storici, che ha coinvolto l’amministrazione e i privati!

Ascoltare le conversazioni sui Social Networks, prassi fondamentale nell’operato del team di Hillary Clinton, è uno “sforzo” e una bella lezione di apprendimento, ammette Alec Ross, dato che gli americani sono sempre stati più propensi a parlare che ad ascoltare gli altri. Seguire su Facebook e Twitter non solo quello che le persone comunicavano agli Usa, ma anche e soprattutto quello che dicevano tra loro, ha permesso di capire ciò che stava succedendo tra la popolazione in Tunisia e in Egitto, e la rivolta che stava covando. Questo processo si è concretizzato di recente: è negli ultimi due anni che la diffusione di Fb in Tunisia è passata da pochi geeks, i figli dell’elite del Paese, al 95% della popolazione tunisina! Fb da mezzo sociale è diventato così anche un mezzo politico.

Per quanto riguarda l’uso di Twitter da parte del governo, Alec Ross ha voluto sapere quali politici italiani sono attivi, dalle sue ricerche solo uno. Abbiamo aggiunto che FB stesso viene utilizzato impropriamente come vetrina dai politici nostrani, e non per dialogare veramente con gli elettori.

Ross ha ammesso che negli USA i 535 membri del Congresso fino a un anno e mezzo fa consideravano i SN come “cose per i ragazzi”: mentre ora 300 di loro intervengono regolarmente su Twitter. Che cosa ha fatto cambiare radicalmente abitudini a persone che fino ad allora sì e no usavano le e-mail? E’ stato il successo della campagna presidenziale di Obama, la dimostrazione che il SN per un politico è uno strumento per distribuire e moltiplicare il potere. Qualsiasi candidato alle prossime elezioni utilizzerà quella piattaforma di comunicazione, che ha segnato una via di non ritorno.

Sabrina Franceschini, funzionaria della Regione sui progetti di e-democracy, è intervenuta affermando che il potere è anche tra i cittadini digitali stessi, che ora ad esempio con un tam tam via web possono sensibilizzare direttamente l’opinione pubblica italiana sui prossimi referendum, che non sono coperti dai media tradizionali.

Si è parlato anche di vincoli e responsabilità sul web: da una parte grande libertà, data per assodata da tutti, dall’altra una sorta di policy di autoregolamentazione (netiquette) che si è imposta spontaneamente dentro i SN. Da una parte la legge Usa che vieta la tracciabilità dei dati personali, dall’altra i confini della privacy che si sono comunque inevitabilmente spostati in avanti.

Ross come uomo pubblico afferma di avere definitivamente accettato la totale mancanza di privacy per sè, pertanto limita i propri interventi sul web alla sua sfera pubblica. E comunque non dice nulla di cui non si assuma la responsabilità.

La politica dell’Open Government prevede l’apertura dei dati dell’amministrazione ai cittadini, e l’uso del web 2.0: per “evangelizzare” i governi ad adottarla Ross incontra personalmente e instancabilmente le persone della società civile come noi, ma soprattutto i politici, gli ambasciatori, i funzionari di governo, cercando così di operare una modernizzazione della diplomazia, che per ben 300 anni è rimasta invariata.

Open Gov significa anche che i funzionari abituati ad detenere il controllo totale sulla materia pubblica, ora devono riconoscere di averne meno, mentre sono i cittadini ad avere acquisito una parte del controllo. Ad esempio essere un politico attivo in prima persona sui SN rende Alec Ross anche un bersaglio delle rimostranze dei cittadini scontenti, che senza problemi possono attaccarlo sul web. “Se inizialmente mi preoccupavo molto dei post di critica, poi ho imparato ad accettarli, mantenendoli insieme agli altri, così come arrivano: so che questo è normale”: Ross non risponde direttamente alle singole critiche, reagisce invece comunicando sul web le azioni di governo passo dopo passo, dimostrando con i fatti.

Lo trovo un bel segnale di democrazia e di apertura, l’esempio verrà seguito dai politici italiani?

Per vedere i video dell’incontro con Alex Ross, vi segnalo il link al blog di Alessandra Farabegoli:

http://www.alessandrafarabegoli.it/

Beatrice Sangiorgi

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