Il nostro piccolo network ha già fatto notizia. Questa settimana Anna Piacentini – Group Leader di ModenaIN – è stata intervistata per l’articolo che è uscito sul quotidiano Finanza e Mercati sul ruolo del social networking come opportunità di business in questo periodo di crisi economica.
Di seguito l’articolo.
Il lavoro in tempi di crisi si trova online
Non solo Facebook o MySpace: le comunità
del Web2.0 continuano a crescere anche
in ambito professionale, rivoluzionando
il recruiting. È il caso di LinkedIn e delle sue
declinazioni italiane (da MilanIn a ModenaIn)
RAFFAELE MASTROLONARDO
«L’unico strumento di business efficace sono i social network. Specialmente
in questi tempi di crisi quando tutti sono più diffidenti e il marketing fallisce».
Francesco Cariati, 21 anni, titolare di un’azienda di consulenza informatica
a Milano non ha dubbi: le chiavi per sopravvivere alla recessione e magari
prosperare sono due, le relazioni e la fiducia. E lui sa di cosa parla.
Lo scorso anno l’80% dei suoi clienti se lo è conquistato proprio grazie a MilanIn,
il social network professionale nato nel 2005 per iniziativa di un gruppo di
utenti milanesi di LinkedIn, il più diffuso servizio di interazione sociale
al mondo dedicato all’ambito professionale.
MilanIn (che oggi conta cinquemila iscritti), come i suoi 30 omologhi sorti nel
frattempo in tutta Italia e raccolti nel network Club-In, unisce virtuale e reale
all’insegna dei contatti e dello scambio di informazioni finalizzate agli affari.
Parte dalla virtualità del Web per organizzare eventi locali diretti alla rete dei
partecipanti (oltre 100 quelli tenuti in tutta Italia lo scorso anno).
«Vai agli incontri – spiega Pierpaolo Pozzati, presidente di MilanIn e ClubIn
– e offri la tua esperienza. Quando hai conquistato la fiducia, sono gli stessi
membri che si rivolgono a te o raccomandano i tuoi servizi. In un momento in cui
alle brochure non crede più nessuno questa è l’unica soluzione».
Quello del giovane imprenditore meneghino è solo uno tra i tanti esempi di s
uccesso di uno dei pochi ambiti che prospera con la crisi: il social networking
rivolto al mondo business.
Servizi specializzati che al carattere giocoso e generalista dei popolarissimi
Facebook E MySpace oppongono la focalizzazione sui temi del lavoro e della
carriera. Quando il contesto economico si fa grigio le persone cercano la
sicurezza nella propria rete di riferimento.
I dipendenti di Lehman Brothers, per fare un esempio, pochi giorni dopo
il fallimento Della società hanno costituito un gruppo all’interno di Xing,
altra popolare piattaforma di social network. Con un obiettivo in mente:
non perdersi di vistama, soprattutto, non perdere occasioni professionali
in un periodo di vacche magre.
La crisi si concretizza dunque in un boom per i social network professionali?
I numeri rispondono affermativamente.
Linkedin, numero uno del settore con 36 milioni di membri nel mondo, ha
visto l’attività dei partecipanti crescere a partire proprio dalle prime avvisaglie
di una recessione.
Dallo scorso mese di settembre il servizio ha riscontrato un aumento del 14%
nelle raccomandazioni tra gli «amici», l’11% in più di connessioni tra utenti
e il 10% di Incremento degli inviti a entrare nella rete sociale di qualcuno.
Anche il suo più accreditato rivale Xing (sette milioni di utenti, quasi tutti in
Europa) ha registrato una maggiore fibrillazione negli ultimi mesi.
Nel quarto trimestre del 2008 gli iscritti premium (quelli che pagano un
abbonamento per usufruire di tutte le funzionalità offerte dalla piattaforma)
che hanno visitato il sito almeno una volta al mese sono saliti al 97% del totale
rispetto al 92% del trimestre precedente.
In questo contesto non stupisce che i pezzi da novanta del settore continuino
la loro espansione.
Dopo avere lanciato una versione francese e spagnola nel corso del 2008, all’inizio
di questo mese LinkedIn ha aperto un sito localizzato in Germania dove vanta
già 500.000 utenti.
Xing, attuale leader del Vecchio Continente, ha risposto lanciando proprio in
questi giorni la filiale italiana, con un ufficio a Milano e, per ora, cinque dipendenti.
Ma che cosa cercano le persone in questi servizi?
Secondo Anna Piacentini, consulente dell’organizzazione, che sta promuovendo
le attività di ModenaIn, la crisi attuale è un moltiplicatore dei bisogni che i
lavoratori avvertono in questo momento storico. «Ancora di più che in passato
la gente cerca nuove idee uscendo da schemi e lobby ormai sclerotizzati. E le
reti informali e libere che si creano nei social network offrono proprio questo».
Un cambio di passo.
Un esempio? Quello di Gianni Cossar, 45 anni, dirigente d’azienda.
Nel giro di sei mesi ha cercato e trovato due opportunità di lavoro.
Il primo nell’estate del 2008 a Bruxelles per una multinazionale della sicurezza
elettronica, il secondo, a febbraio, per un’importante industria italiana.
In entrambi i casi i contatti stretti tramite MilanIn e altri social network sono stati
fondamentali. «In questomomento – spiega – cambiare e trovare il lavoro giusto è
possibile. Ma bisogna attivare canali innovativi, raggiungere le aziende attraverso
vie alternative a quelle classiche».
www.totem.to
http://www.visionpost.it/nexteconomy/i-social-network-professionali-non-conoscono-la-crisi.htm
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