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di Paolo Fanti

Lasciatemi raccontare una storia:

E’ di nuovo domenica sera e il Direttore Operations di una nota società di produzione meccanica emiliana prepara mentalmente la riunione della mattina seguente con i suoi collaboratori. Un film già visto? Certamente (anche su questi schermi). Ma è la soluzione originale a problemi sempre nuovi che sembra mancare…

Il Direttore allora ripensa all’incontro di Lunedi 28 gennaio 2013 organizzato da ModenaIn: una nuova occasione di “fitness management”, questa volta un allenamento specifico sulla competenza della “comunicazione”. Domattina incontrerà molte situazioni concrete da risolvere. Ad esempio persone e scadenze mai in accordo tra loro… Gli tornano in mente le parole di Francesco Rossi, manager di Praxi spa che ha condotto la serata: “saper comunicare: può fare la differenza?” e “la comunicazione è generativa della realtà!”.

Già… in aula sembrava tutto filare liscio, ma…  il nostro dirigente troverà il modo di far cambiare abitudini alla sua organizzazione e di cambiare le sue?

Quanti si ritrovano nella situazione narrata? Con tutta probabilità vi si sono riconosciuti tutti i partecipanti alla nuova puntata di Fitness Management di ModenaIN, ottimamente condotta dal citato Francesco Rossi (http://it.linkedin.com/in/francescorossipraxi) e Daniela Bisetti (http://it.linkedin.com/in/danielabisetti) che hanno avuto il merito, in modo competente e ricco di esperienza concreta, di accendere i riflettori su una delle competenze che determinano il vantaggio competitivo di un’azienda: saper gestire e orientare efficacemente i processi della comunicazione.

Due spunti di riflessione tra i tanti offerti dai relatori.
Il primo.
Come rappresentiamo spesso le nostre organizzazioni? Attraverso organigrammi? Eppure la nostra produttività quotidiana assomiglia molto di più ad una rete di relazioni. E le relazioni sono tracciate da unità di misura fondamentali: le conversazioni. La qualità dei risultati nel rapporto cliente-fornitore come l’efficacia degli obiettivi nella relazione capo-collaboratore dipendono strettamente dal processo comunicativo e dalla capacità di ottenere il meglio dalle conversazioni che si intrecciano in azienda. “Non possiamo non comunicare” ci ricorda Paul Watzlawick.

Il secondo spunto, molto concreto, citato dai nostri relatori facendo riferimento al mondo della pallavolo è stato dato da una citazione di Julio Velasco, ex-allenatore della nazionale: “Gli schiacciatori non parlano dell’alzata: la risolvono”. http://www.youtube.com/watch?v=5RXX-PiifXY

E voi: come vorreste usare la comunicazione per dare un contributo risolutivo nelle vostre aziende? Di quale allenamento sentite il bisogno?
Attendiamo i vostri “feedback”.
Buona comunicazione a tutti!

it.linkedin.com/pub/paolo-fanti/3/9b1/396

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Questo è il titolo del seminario organizzato dal Project Management Institute, partner di ModenaIN, al quale ho partecipato il 15 Novembre 2012 a Bologna.  Ospite di Alma Graduate School, il PMI ha voluto suggerire una risposta al tema con approcci e strumenti utili per far fronte alle esigenze in arrivo da un mercato sempre più competitivo. Sono intervenuti Gianmarco Antonelli, Francesco Iannice, Gaetano Mazzanti e Daniele Sgarbi.

Il mercato richiede oggi di portare l’incertezza anche all’interno del processo di sviluppo richiedendo, durante l’avanzamento del progetto, da un lato anticipazioni utili alle altre componenti aziendali ed al cliente e dall’altro di rimandare le decisioni critiche il più tardi possibile, per elevare il grado di flessibilità del processo stesso ed in definitiva migliorarne le probabilità di successo.
Il focus delle aziende innovative si sposta dunque sugli aspetti soft delle organizzazioni, cioè persone e comportamenti e quindi occorrono nuovi metodi e strumenti
Si pone più importanza sull’avanzamento continuo in piccoli passi dei progetti, aumentando la diffusione tra i vari enti della conoscenza generata in fase di sviluppo.

L’evento ha dato poi spazio a due case history.

Una legato alla progettazione di complesse linee di packaging realizzate dalla Sidel, gruppo Tetrapak, dove il valore aggiunto portato dai metodi AGILE sta nell’aiutare la suddivisione modulare del progetto e nel coordinamento del concurrent engineering.
Un’altra legata alla progettazione di prodotti personalizzati realizzati dalla Brevini Power Transmission di Reggio Emilia, che pone  alla base della sua competitività la rapidità e la affidabilità delle soluzioni progettuali.

In entrambi casi e’ apparso chiaro che il fattore chiave del successo non sta nella puntuale introduzione dei tools, ma nel replicare gli effetti attesi, cioè nella proattività e partecipazione del team.

Le aziende che, come la Brevini, hanno deciso di porre al centro della propria strategia il processo di sviluppo e personalizzazione prodotti, non possono non introdurre innovazioni organizzative ispirate ai modelli organizzativi più attuali, come quelli presentati in questo seminario.  L’avvicinamento ai metodi AGILE è avvenuto nel 2011 grazie ad un seminario al quale ho partecipato, organizzato da ModenaIN e condotto da Gaetano Mazzanti, ora coach in Brevini. Il cambiamento nel caso della Brevini è stato favorito dall’attitudine al cambiamento costruito dal management nel corso degli ultimi anni, con l’obiettivo di un maggior coinvolgimento della base aziendale.

Al centro del miglioramento della comunicazione c’e’ ad esempio il visible planning. Lo strumento del tabellone permette allo stesso tempo condivisione e aggiornamento continuo, dettaglio e completezza pur in un regime di semplificazione, necessario alla rappresentazione. Altro elemento indotto e’ la possibilità di costruire il planning con il team a supporto o ancor meglio ad integrazione del lavoro del Project Manager.

Il successo del progetto rimane comunque nelle mani delle competenze dei singoli che vanno quindi stimolati in modo proattivo a produrre un alto livello di Problem Solving. Diventa fondamentale sviluppare sempre più la capacità di valutare nuovi scenari e fare nuove stime per potersi adattare più facilmente.

Virgilio Becucci, manager di Brevini Power Transmission

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BALANCED SCORECARD – BSC

Serata Modena In del 4/4/11

Con il Prof. Alberto Bubbio e DIME LAB

 

Piacevole serata in compagnia del prof. Bubbio che ci parla del Balanced Scorecard. Letteralmente tabellone segnapunti, deriva da un’intuizione di KAPLAN che ha avuto durante una partita di basket guardando un tabellone segnapunti su cui erano indicate anche le statistiche del match.

 

Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Balanced_scorecard

 

Precedentemente tutta la metrica di uso manageriale era prevalentemente di tipo economico / finanziario.  Poi parte il tormentone degli INTANGIBLES.

 

BRAND, RETE DISTRIBUTIVA, CLIENTI, FORNITORI, KNOW HOW.

 

Se sei forte anche in solo in qualche degli intagibles hai un vantaggio competitivo anche se molto difficilmente quantificabile (o impossibile da).

 

Molte aziende (quasi tutte) sono cadute nella trappola delle performance annuali.

 

In un primo tempo si comincia a parlare di CREAZIONE DI VALORE come incremento del patrimonio aziendale. Vedi le nozioni di Free Cash Flow ed EVA Economic Value Added.

 

Poi si concretizza il Balanced Scorecard che deve partire da uno “scenario planning” e dalla esplicitazione di Mission ed intenti strategici per poi articolare 4 Prospettive principali:

 

 

 

Gli Intenti Strategici devono essere da 3 a 7 obiettivi operativi (cose) da fare.

 

Bisogna poi articolare la MAPPA STRATEGICA in cui partendo da un piano strategico si articola il ragionamento e le azioni da intraprendere in modo conseguente. Il focus deve essere posto sulla consequenzialità dei ragionamenti.

 

Alcune prescrizioni necessarie per la BSC:

–        Deve essere fatta da un executive team a cui deve partecipare il vertice (AD o DG), se no non è efficace.

–        L’executive team deve coinvolgere un certo numero di “capi operativi”, quelli che stanno a diretto contatto con in clienti o comunque che stanno “sul campo”. Dove fischiano le pallottole.

–        Deve essere presentata a tutti

 

Sito ufficiale della Balanced Scorecard di Kaplan e Norton: http://www.thepalladiumgroup.com/Pages/Welcome.aspx

 

Dopo la presentazione è stato fatto un esercizio pratico nei tavoli durante la cena, con esposizione per singolo tavolo delle considerazioni emerse. Alla fine il prof. Bubbio ha risposto ai quesiti, poi l’allegra compagnia si è immersa nelle chiacchiere di networking.

 

In attesa della prossima utile e piacevole serata, un caro saluto a tutti.

 

Piero Naldoni.

 

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Inviata speciale: Anna Piacentini

User Experienze per Ipad Magazine” è questo il tema che Cesare Bottini ha illustrato oggi in poco più di una mezz’ora di tempo. Il suo intervento è stato sicuramente uno dei più stimolanti della giornata insieme a quello di Stefano Ascari sull’uso del fumetto per comunicare nelle aziende.

Confesso: non mi ero mai posta il problema della strategia che può celarsi dietro all’ingresso di una testata giornalistica nel modo dei magazine per tablet e ipod. Sarà perché non ne sono un’utilizzatrice o forse perché la maggior parte delle notizie le leggo in rete e non più sulla carta stampata… anche se in effetti in qualche considerazione mi sono riconosciuta a pieno “il costo di una rivista è relativamente importante quando la compri una volta sola o quando ti da dei contenuti… ma se la compri con continuità o fai un abbonamento inizi subito a pesarne il valore aggiunto”. Ed in effetti è quello che mi è successo proprio con la rivista “Il Mondo”: l’ho acquistata in edicola per due volte perché conteneva articoli che mi interessavano molto. Appena mi sono abbonata ho scoperto che il contenuto degli articoli non è sempre stimolante rispetto ai miei interessi: conclusione… ne sono rimasta delusa e quasi non la sfoglio più.

Ma facciamo un passo indietro.

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Segnalo l ‘articolo di Roberto Dolci – nostro associato – che dagli USA ha scritto per la testata ZeroUno.

 

rescono Cad e Plm: un buon segnale per l’economia
La crescita del mercato di soluzioni Cad e Plm rappresenta un segnale di ripresa. ma i prodotti disponibili consentono effettivamente di rispondere alle esigenze delle aziende?
Roberto Dolci* – 21/12/2010
Credo che per un Cio di un’azienda manifatturiera la gestione di Cad e Plm sia oggi tra gli argomenti più spinosi: si toccano i processi chiave di sviluppo di un nuovo prodotto e la gestione del ciclo di vita di tutte le sue informazioni; si supporta la capacità distintiva dell’azienda [si veda, a questo proposito, il servizio a pag. 72 ndr]. Trovo sia un ottimo segnale registrare la grande crescita di questa fascia di mercato, segno che l’economia reale, qui negli Stati Uniti, sta davvero ripartendo.

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ModenaIN è stata media partner della giornata di formazione organizzata dal Branch Emilia Romagna e Marche dal titolo: “Progetica: che emozione!”

Da dove nasce la riflessione sulla ProgEtica? In che rapporto stanno etica e progettualità?
L’Etica nel contesto progettuale può  essere intesa come  condizione di benessere individuale e collettivo? Può diventare un requisito  ambito e non imposto,  sincero e vincente? Può promuovere  l’esercizio   della consapevolezza e della respons-abilità?
Può trasformarsi  in una leva di successo  per il singolo e per il contesto di riferimento (il team, il progetto,  l’organizzazione)?
Queste le domande a cui le attività di ProgEtica,  condotte dal PMI®-NIC  ormai da qualche anno, provano a fornire, se non risposte, sicuramente alcuni spunti innovativi di riflessione e di approfondimento.

Per approfondire è possibile consultare la newsletter del Project Management Institute:
http://www.pmi-nic.org/public/digitallibrary/2010NewsletterPMI-NIC3.pdf

 

All’evento dedicato al tema del “Design to Cost”, ModenaIN è stata presente attraverso la referente Claudia Miani, che ha partecipato in qualità di senior partner di CM Consulenze Manageriali. Nel suo intervento Claudia ha posto le basi concettuali del  Design to Cost, partendo dai concetti di “valore”: cosa il Cliente vuole e quale prezzo paga il mercato; di “total cost”: tutti gli aspetti di costo di un prodotto, fino al packaging, all’assistenza, allo smaltimento; di “target cost”: il costo come obiettivo della progettazione, insieme a quelli funzionali e affidabilistici. Ha poi mostrato l’importanza strategica di inserire e governare questi parametri nel Product Development Process di qualsiasi azienda, fin dalle fasi più a monte dello stesso, attraverso opportuni strumenti e metodi, di cui ha offerto una panoramica aderente all’approccio di McKinsey: Design for Manufacturing-Assembly-Testing, Benchmarking, Best-of target costing, Performance pricing, Value analysis.

Per approfondire è possibile consultare la newsletter del Project Management Institute:
http://www.pmi-nic.org/public/digitallibrary/2010NewsletterPMI-NIC3.pdf

 

 

Emanuela Gugnelli

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Anche quest’anno i Presidenti dei ClubIN hanno avuto la possibilità di partecipare al Top Management Forum che si tiene a Milano – in rappresentanza dei Club locali e con l’obiettivo di trasmettere ai propri iscritti i temi salienti emersi nella due giorni – grazie al lavoro di MilanIN che da anni è Media Partner dell’evento.

Questa volta accanto a me erano presenti anche Patrizia Spaggiari di ParmaIN e Stefano Mastella di BresciaIN.

La due giorni si è tenuta il 17-18 novembre ed aveva per tema “Eseguire l’innovazione. Come?”. Il tema poteva rischiare di essere abusato e quindi nella pratica poco incisivo… in realtà devo dire che gli stimoli che mi sono arrivati sono stati davvero tanti.

Il 17 si sono tenuti una serie di workshop tematici che hanno visto come protagonisti esponenti di aziende top nella consulenza accanto a testimonianze di aziende d’eccellenza che si sono messe in gioco ed hanno raccontato la loro esperienza (in taluni casi lasciando a bocca aperta la platea come nel caso di Loccioni).

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Così nascono i circoli e le nuove forme di tutela basate sul conto dei clic

LE NUOVE RETI

Reid Hoffman, fondatore di LinkedIn (Archivio Corsera)
Reid Hoffman, fondatore di LinkedIn (Archivio Corsera)

L’individuo frequenta la rete, accumula amicizie e poi gli viene voglia di riportare tutto sul territorio. Semmai qualcuno dovesse pensare che i social network hanno ammazzato l’associazionismo, almeno in un caso, si deve ricredere. E prestare un po’ di attenzione alla straordinaria storia di LinkedIn, il sito di social business lanciato nel maggio del 2003 a Mountain View in California. Ora ha raggiunto settanta milioni di utenti in 200 Paesi, 11 milioni in Europa e ben un milione in Italia (di cui il 36% di sesso femminile, un record europeo). I professional italiani lo amano, pubblicano scrupolosamente il loro curriculum, aggiornano la scheda e chiedono continuamente amicizia agli altri per aumentare il loro capitale di relazioni sociali e migliorare la posizione nel mercato del lavoro. Ma sviluppano anche forum professionali che interessano le singole tribù: i dirigenti d’azienda, i designer, i pierre, gli informatici, i consulenti. A dimostrazione, però, che questa dovizia di relazioni comunque non basta, LinkedIn ha sprigionato in Italia un’ulteriore carica di socialità: sono già nati otto club in altrettante regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli, Toscana, Emilia, Marche, Sardegna) e ne sono in gestazione almeno un’altra quindicina. Già dal nome (MilanIn, TurinIn, LiguriaIn, ToscanaIn, eccetera) i circoli conservano gelosamente il cordone ombelicale che li lega al sito-padre e non c’è nuova iniziativa che deroghi. E ci si iscrive solo dopo essersi fatti le ossa su LinkedIn. Ma qual è la molla che spinge a tanto attivismo? In tempo di Grande Crisi e di ristrutturazione continua delle aziende non può che essere la percezione della propria debolezza sul mercato. Costruendosi un piccolo network l’individuo si sente meno solo, meno in balia delle decisioni prese dalle grandi organizzazioni. Per estensione potremmo dire che è un moderno modo per «farsi sindacato di se stessi», privilegiando il rafforzamento delle proprie chance individuali e non i riti della rappresentanza collettiva. Che questo sia l’approccio psicologico lo dimostra un piccolo episodio: LiguriaIn organizza un seminario chiamato «Kill the boss» dove si apprende non certo a uccidere il Capo, ma come raccontano i soci, «a rapportarti con chi può fare del male alla tua carriera».

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Pubblichiamo la rassegna stampa dell’evento organizzato a settembre e legato al tema dell‘etica nel business.

I racconti di due Aziende Emiliane danno vita al Codice Etico ClubIN (Sassuolo 2000)

Due aziende emiliane social oriented danno vita al Codice Etico ClubIN (Modena 2000)

ModenaIn, serata con due manager sui nuovi progetti (Gazzetta di Modena)

VirgilioModena_29-9-2010 (Vigilio Modena)

 

Ufficio Stampa a cura di Fruitecom

Comunicati Stampa a cura di Beatrice Sangiorgi

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Ieri sera si è tenuta la prima serata dei “Lunedì del Club ModenaIN” il format proposto da Silvia Arcangeli.

I protagonisti sono stati Cesare Bottini e Filippo Malselvisi che hanno regalato per un ora e mezzo la propria esperienza sugli strumenti 2.0 e la loro integrazione per ottimizzare la nostra presenza sul web.

Ore 18.50… le prime persone iniziano ad arrivare ed a chiacchierare… non sanno bene cosa aspettarsi… il titolo parla di Linkedin ma… come sarà gestita la serata è un incognita.
Qualcuno conosce Cesare e Filippo, qualcun’altro non li ha ancora incontrati…

Ore 19.15 l’atmosfera inizia a scaldarsi accanto al buffet dell’aperitivo: piadina e salumi del territorio aiutano ad aprire la fase di chiacchiera libera.

Molte sono le persone nuove che sono arrivate con un pò di curiosità, con l’attesa di trovare le risposte alle mille domande che navigano in testa: “Ma il mio profilo mi rispecchia? Oggi non si cercano le informazioni che mettono in connessione vita privata e vita professionale per cercare di capire chi ho di fronte?”
“Forse dovrei aggiungere gli interessi privati, o forse no.. non vorrei cadere nella piazza senza contenuti…”

…. e se fossi un prodotto? Come mi “venderei”? Come farei a farmi notare in mezzo a tanti altri prodotti? Perché il pubblico dovrebbe venire a leggere proprio il mio profilo? In cosa mi differenzio?

 

Vai all'album!

 

Alla fatidica domanda di Cesare “Il vostro profilo corrisponde a quello che avete disegnato?”, quasi tutto hanno ammesso che non è così….

Filippo, che ha curato la seconda parte dell’incontro, si è concentrato maggiormente sul lato relazioni ed utilizzo nella logica e-commerce.

Cosa mi fa pensare che l’evento sia stato un successo?

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